L’esito fu compiutamente felice. L’armata di Totila venne messa in fuga dopo una grandissima strage, e Totila stesso fu nel numero degli estinti. Narsete fedele alla sua promessa intorno a Rialto, approvò il disegno offertogli da’ Tribuni delle due Chiese votive, ne ordinò a sue spese l’erezione, ed i Veneziani così trassero un nuovo vantaggio da questa guerra, in cui avevano essi pure avuto sì gran parte.
Li due Templi furono eretti l’uno in faccia all’altro nelle due rive opposte di un canale, che occupava allora una parte dello spazio, che forma oggidì la piazza di San Marco. Vedremo poscia ciò che avvenne alla chiesa di San Teodoro. Ecco ciò che accadde a quella di San Geminiano.
Nel 1156 fu preso il consiglio di ampliare la piazza. Cominciossi dal disseccare, e riempire il canale. Indi si demolì la chiesa di San Geminiano, o per meglio dire, si trasportò nel luogo ove fu sempre da poi: ma siccome tutto ciò si fece dal Governo senza avvertirne il Pontefice, così questi se ne crucciò altamente, e minacciò tosto l’anatema. Maneggiossi l’affare, ed in fine si convenne, che il Doge d’allora, e tutti i suoi successori dovessero il giorno della Festa degli Apostoli visitar quella chiesa in segno di penitenza. Se ne stabilirono le forme, e fu prescritto, che il Doge col suo augusto corteggio vi dovesse andare a piedi. Giunto alla porta, dovea incontrare il Piovano in gran vestito sacerdotale, seguito da tutto il suo Clero. Colà offrivasi al Doge l’acqua santa, gli si dava a baciare la Pace, ed incensavasi mentre il Coro intuonava il Salvum fac servum tuum Ducem nostrum, Domine, e la Orazione usitata per la conservazione sua, e della Repubblica.
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