Festa o visita del Doge
A SAN ZACCARIA.
Al tempo che Agostina Morosini era Badessa in San Zaccaria, cioè a dire, l’anno 855, il Pontefice Benedetto III fu in Venezia, e visitò quella chiesa e quel monastero. Penetrato vivamente d’ammirazione per la virtù e santità che vide regnare fra quelle sacre vergini, volle, tornato a Roma, dare una testimonianza della sua soddisfazione coll’arricchirle di un gran numero di reliquie e d’indulgenze. Fu allora che il Doge Pietro Tradonico (la cui famiglia fu poscia detta Gradenigo) cominciò a visitare il tempio di San Zaccaria fra il concorso del popolo. Sarebbe stato un vero scandalo a que’ tempi, in cui tutto respirava la più pura, e la più solida pietà, se il capo della Repubblica avesse mancato di assistere a solennità religiosa. Fissossi dunque il giorno di Pasqua come il più adattato all’annua visita. La Badessa Morosini lietissima di vedere il Doge processionalmente venire alla sua chiesa gli offerse, d’accordo colle sue religiose, un regalo degno di lui, e della ricca eredità di cui ella godeva. Fu questo una specie di diadema repubblicano, che chiamavasi Corno Ducale di un valore straordinario. Esso era tutto d’oro: aveva il contorno ornato di ventiquattro perle orientali in forma di pere. Sulla sommità risplendeva un diamante ad otto facce, di un peso, e di una lucidezza mirabile. Nel dinanzi un rubino anch’esso di massima grossezza, che abbagliava colla vivacità del suo colore e del suo fuoco. Come poi descrivere la gran croce che stava nel mezzo del diadema?
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