Essa non era altrimenti la Festa di pochi fastosi ricchi, ma di tutti indistintamente i cittadini, che vi concorrevano spontanei, e mossi non meno da particolare zelo, che da spirito di nazionale orgoglio; e le loro acclamazioni non erano prezzolate e bugiarde, ma figlie di quel sentimento patriottico, che nasce dalla personal sicurezza e dalla gloria dello Stato.
Mercato, o sia Fiera
DELL’ASCENSIONE.
Dalla pubblica solennità del giorno dell’Ascensione non può andar disgiunto il ragguaglio della Fiera o Mercato, che in tal tempo usavasi tenere in Venezia. Oso sperare, che non vi sarà chi mi gravi di colpa, se dovendo parlare di arti e di mestieri nazionali il mio amor patrio mi farà deviare alquanto dal soggetto primario, e retrocedere col discorso fino alle epoche più rimote della nostra storia per meglio indagare e scoprire di queste arti e di questi mestieri l’origine. Gioveranno tali ricerche a convincerci che questi oggetti figli dell’intelligenza e dell’industria de’ secoli precedenti, lungi dall’essersi perduti in Venezia, come altrove, per le successive incursioni barbariche, qui fin da’ primi tempi conservavansi in vita, e col progredire degli anni vennero di mano in mano acquistando un sempre maggiore incremento.
Una nazione che si andò formando in queste lagune mercè del prodigioso concorso di quanti uomini vi avea nelle vicine, ed anche nelle lontane regioni, e per dovizie e per nobiltà più riputati, non è strano che ritenesse qualche scintilla di coltura anche in mezzo alle tenebre della comune ignoranza.
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