E molto più se ne avvidero trovando sin dai loro principj tutti i mari mal sicuri e pieni di corsali. Dovettero adunque necessariamente armarsi per difendere la loro vita e i loro averi. Nè fu ciò difficile, poichè fin dall’anno 558 attesta Cassiodoro testimonio oculare, ch’essi avevano numerosi navigli, ed arsenali, cantieri e costruttori. Di fatti ben presto si resero celebri da per tutto, non solo come gran trafficanti, ma come guerrieri valorosi. Già nel 729 presero d’assalto Ravenna: nell’804 fecero la guerra contro Pipino con grossi vascelli, come lo assicura il celebre Costantino Porfirogenito: nell’808 andarono a spaventare le coste Dalmate: nell’827 ebbero due forti battaglie contro gli Arabi Saracini, ed alcune contro gli Slavi. Verso la fine del nono secolo riportarono quella vittoria sì celebre nelle nostre lagune sopra gli Ugri o Ungri; e finalmente quella già resa tanto famosa nel 998 sopra i Narentani, che gli umiliò per sempre. Tutto ciò fecero i Veneziani non solamente con semplici galee, ma con navi da 1200 e due mila botti per ciascheduna: misura ch’essi diedero a tali navi, e che venne ricevuta dalle altre nazioni. Queste navi veleggiavano con tre alberi, mentre quelle de’ Greci, i quali pur si giudicavano avere la migliore marina, non ne usavano che due. In somma gli stessi storici Greci e Normanni di quel tempo, tuttochè nemici de’ Veneziani, chiamavano le nostre navi Fortezze ambulanti, e dicevano che le flotte Veneziane riuscivano terribili sul mare, e che le Venete lagune formicolavano di marinaj, di soldati e di ricchezze.
| |
Cassiodoro Ravenna Pipino Costantino Porfirogenito Dalmate Arabi Saracini Slavi Ugri Ungri Narentani Veneziani Greci Greci Normanni Veneziani Fortezze Veneziane Venete
|