E benchè il primo oggetto fosse quello della pietà religiosa, pure giungendo in una città sì mercantile e sì ricca, coglievano quest’occasione per provvedersi di quanto può abbisognare al sostentamento e ai comodi della vita. Ed ecco nata nel Governo l’idea di stabilire una Fiera formale, in cui si sfoggiassero tutti i prodotti della nazione, ed i gran depositi delle straniere mercanzie. Fu nel 1180 ch’essa ebbe il suo principio, e sin d’allora si tenne nella Piazza di San Marco, cominciando dal giorno dell’Ascensione (donde trasse il corrotto di Sensa), e continuando per gli otto dì susseguenti che poi si estesero a quindici.
In un ampio recinto si distribuivano infinite botteghe di legno, dove ponevansi in bella mostra le produzioni migliori dell’Oriente a canto alle nostre che le uguagliavano nell’eccellenza, nè temevano punto il confronto. Quivi trovava ognuno di che soddisfare non meno al proprio bisogno che al diverso capriccio. Qui spiegava l’arte vetraria i pregi del suo magico artificio; qui l’orificerìa le sue vere ricchezze; qui i pannajuoli, i setajuoli facevano conoscere il loro valore nella squisitezza de’ panni, nella sontuosità de’ broccati e delle stoffe intessute di oro e d’argento. Nè le arti men nobili rimanevano escluse; e calzolaj, e calderaj, e fabbri, e magnani, ed ottonaj, e fin anco i lavoratori di panieri di vinchi, ed i fabbricatori di fantocci e di trastulli fanciulleschi, acciocchè non v’avesse condizione o età che non vi ci trovasse di che appagarsi.
| |
Governo Fiera Piazza San Marco Ascensione Sensa Oriente
|