Ascendasi alla biblioteca. Qui sta una rara serie di volumi tutti attinenti alle belle arti. Parte fu tratta dalla famosa libreria del Monastero di San Michele di Murano, e parte da quella del Convento de’ Domenicani Osservanti; libreria illustre e rinomatissima, dono altre volte fatto a que’ Padri dal gran letterato Apostolo Zeno.
Appresso s’incontra la pinacoteca. Poichè dovevano andar rimosse dalle prime loro sedi tante cospicue pitture, non potevasi concepire miglior idea di quella, in uno stesso luogo collocandole nel debito lume, e formando di tutte quasi una sola famiglia. L’occhio tanto si perde nel rimirarle, che non lascia campo di affliggerci per quelle che ci mancano.
Passiamo da questa alla sala de’ gessi, e benediciamo la memoria di quel nostro Filippo Farsetti, che con animo da principe e con intelligenza da professore, riuscì nella difficilissima impresa di far ricavare le forme di tutte le statue greche di maggior merito, che quai tesori si conservavano nei musei di Firenze e di Roma. Giunte in patria le forme, ei ne fece gettar i gessi, e per molti anni il suo privato palagio ricettò quest’insigni prodigj dei greci scarpelli, venendo perciò frequentato non men dagli amatori del bello, che dalla studiosa gioventù. Se non che mancato a vivi il mecenate, stava per andar a male la preziosa raccolta; quando la munificenza sovrana rimosse ogni pericolo, facendone la compera, e trasportando in questo sacrario di Pallade un sì cospicuo popolo di statue. La maggior ampiezza del nuovo albergo, l’accorgimento avuto nel disporle in favorevol lume, tutto adesso concorre a destar la sorpresa e l’incanto.
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