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      Fu mai esso che trascorse coll’arma alla mano le campagne e le foreste, per dar la caccia ai pacifici abitanti, gareggiando in furore colle fiere carnivore?
      Anche il Governo volle concorrere col popolo per il buon essere di questi ospiti, ed ordinò che fossero loro apprestate alcune comode e ben disposte cellette, che sussistono tuttavia in que’ siti ch’essi mostravano di preferire; ed inoltre volle che un Delegato dell’amministrazione de’ pubblici granai facesse disperdere ogni mattina in sulla terza una certa quantità di grano per la piazza maggiore, e per l’altra dinanzi al palazzo Ducale. Bella lezione di morale che ci davano i Magistrati! Il costume di somministrare il vitto a tutti i discendenti di que’ primi fuggiaschi, che non abbandonarono mai più il nido avito, stette sempre in vigore. Ma nel 1796 i semplici abitatori del tetto di S. Marco si videro in procinto di perire in que’ momenti di anarchia e di confusione a Venezia tutta fatali, giacchè cessarono allora le leggi favorevoli a que’ pensionarj dello Stato. Essi però furono fortunati, trovando fra i cittadini alcuni cuori sensibili e benefici, che si presero cura di porger loro ogni giorno qualche alimento. Non fu al certo per vanagloria, e ancor meno per interesse, che questi nuovi benefattori si assumessero cotal debito. È cosa in vero commovente il vedere ogni giorno questi pacifici uccelli fastosi in certa guisa di destar nell’uomo quel tenero senso di umanità che li sostiene, aggrupparsi in istormo in mezzo alla piazza, e conoscere e seguire la mano amica, che loro somministra l’ordinario cibo.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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