Gli stranieri poi, pe’ quali il nome di Veneziano e di politico sono quasi sinonimi, attribuiscono a conseguenza di sistema politico, che il governo soffrisse, anzi fomentasse questa ereditaria animosità di fazioni; giacchè, dicevan essi, per simile divisione di popolo nella capitale, la sospettosa Aristocrazia assicuravasi, che non sarebbero nate trame contro di essa. Ma tale opinione potrebbe perdere alquanto del suo credito, poichè vediamo le due fazioni ora più che mai accanite. Tuttavia non crediamo ingannarci sul loro spirito attuale. Più che avversione, ella è concorde vaghezza di far rivivere una fra le Venete antiche consuetudini già perdute, rinnovando gare, rivalità e disfide, che negli animi delle classi meno incivilite, dopo avere eccitato il più vivo trasporto, vanno a trasformarsi in soggetto di trastullo e di gozzoviglia.
Ma ritornando a’ tempi primitivi, senza perderci in congetture più ingegnose che solide per istabilire l’origine di questa opposizione di partiti, è da osservarsi, che da per tutto dove gli uomini respirarono l’aura salutare e vivifica della libertà, il popolo usò accarezzarne e santificarne le instituzioni e le usanze; che fu sempre non meno zelante in nodrire e coltivare i primitivi sentimenti inspirati dalla natura, perpetuando tutto ciò che aver potesse legame con questa originaria dote dell’uomo. Quindi è, che in tutte le società nascenti, gli esercizj del corpo, le sembianze di pugna, le lotte, il pugilato, i ginnasj, le palestre, le corse, vennero singolarmente praticate e tenute in onore.
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