Bizzarra costumanza era quella di permettere, ch’essi portassero con seco tutti gli utensili della tavola, vale a dire bicchieri, piatti, tovagliuoli e possate, ma veniva ad essi severamente proibito di fare la loro favorita acclamazione Viva san Marco. La decenza del luogo esige spesso il sacrifizio del cuore. Così questi buoni artigiani se ne partivano contenti ed allegri, sentendo nel loro interno questa gran verità che l’amore sincero ed il verace rispetto non tanto si appalesano con inchini ed acclamazioni, quanto con una perfetta sommissione alle leggi, e con una dedicazione spontanea ed intera di sè medesimi. Tutto ciò dal buon popolo Veneziano e dagli Arsenalotti specialmente, ci venne comprovato in tutti gl’incontri.
Festa di Sant’Isidoro
AL RITORNO IN VENEZIA DEL DOGE
DOMENICO MICHIEL.
Spettacolo in vero commovente fu quello del ritorno a Venezia del Doge Domenico Michiel dopo una bella serie di gloriosi successi. Prima però di parlarne diasi un’occhiata ad un’epoca, di cui forse in tutta la storia del mondo non v’ha la più straordinaria ne’ suoi principj, nè la più curiosa in tutto il suo progresso: ad un’epoca in cui guerre orrende insanguinarono tutta la faccia del globo dall’Egitto fino alla Livonia, dall’Irlanda fino all’Indostan; ad un’epoca in cui l’Europa intera parve divellersi da’ fondamenti per rovesciarsi con tutto il suo peso sull’Asia, senza che tanta moltitudine di gente fosse a ciò forzata dalla voce imperiosa de’ tiranni, ma puramente condotta dal fanatismo di una cieca obbedienza alla supposta volontà di Dio: epoca in cui ebbe luogo quell’assedio divenuto quasi famoso al paro di quello di Troja, non meno per le imprese operatevi, che per li sublimi versi del Tasso, da cui furono celebrate; epoca alfine che distrusse gli abusi del governo feudale, che fece svanire la rozzezza del gusto e dei costumi, naturale conseguenza di quello che mediante una catena di cause e di avvenimenti or più or meno apparenti, giovò a togliere per sempre la confusione, la barbarie e l’ignoranza, sostituendovi l’ordine, la civiltà, la coltura.
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