Ecco il conte di Fiandra; ecco Enrico conte di san Paolo; ecco Luigi conte di Savoja; ecco Bonifacio marchese di Monferrato, ed altri ancora. Il popolo Veneto si affolla per essere testimonio e giudice al tempo stesso; presta egli la massima attenzione al discorso del Doge Enrico Dandolo. Questi dall’alto della tribuna sta annunziando pubblicamente gli articoli del trattato con li Crociati. Unanime è l’approvazione; la gioja brilla negli occhi di ognuno; tutte le menti sono egualmente colpite da rispetto, da fiducia, da ammirazione verso questo venerabile vecchio, e malgrado le differenti attitudini degli spettatori, puossi facilmente indovinare, che il Doge Enrico Dandolo verrà, con universale consenso, acclamato capo di questa grande spedizione.
Quadro II.
Anticamente in questo quadro Luigi di Murano aveva rappresentato l’imponente spettacolo offerto nelle lagune della flotta Veneziana composta di 100 grossi vascelli, di 120 galee e di 60 bastimenti da trasporto, allestiti per la partenza. Distinguevansi pur anche quelle tre gran navi chiamate il Paradiso, il Mondo, il Pellegrino, che furono la meraviglia e lo spavento dei nemici. Al momento di rimettere il quadro parve cosa poco importante il figurare un semplice apparecchio di navi, e si giudicò esser meglio l’esprimere un fatto. Quindi si diede per soggetto ad Andrea Vicentino la conquista di Zara, richiamando per tal modo alla mente un’azione gloriosa de’ Veneziani, ed un tratto considerabile della loro destra politica. Quest’eccellente pittore ci presenta la vista della città di Zara dalla parte del mare, ed insieme quella della nostra formidabile flotta, che ha già forzato l’entrata del porto, quantunque gli assediati l’avessero chiusa con forte catena.
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