Dopo mature riflessioni fu deciso di trasportar in Candia una numerosa colonia di Veneti nobili e plebei, i quali aumentando la popolazione, potessero insieme bilanciare la forza attuale del regno. Vennero assegnate ad essi alcune terre, e data una costituzione Repubblicana simile a quella della Capitale, a cui Candia dovea per sempre essere unita e soggetta. Il primo Doge che partì per Candia co’ suoi Coloni, fu Jacopo Tiepolo.
Malgrado delle ben saggie ed avvedute sollecitudini de’ Veneziani, essi non poterono soffocare la rabbia degli uni, l’invidia degli altri, e la gelosia di quelli che pretendevano gareggiare con essi loro in fatto di commercio. I Genovesi troppo deboli ancora per osar di lottare a forza aperta, ricorsero all’astuzia per sollevare i Candiotti contro il Veneto Governo. La protezione ad essi accordata da Roberto compì di determinarli. Dopo qualche anno il tradimento del Duca di Naxe incoraggiò l’audacia de’ ribelli, che trovarono nuovi soccorsi presso l’imperatore Niceta; di modo che, durante un secolo e mezzo, quest’isola fu esposta a frequenti rivoluzioni, ed a ribellioni continue sotto differenti forme e pretesti diversi, che si sarebbero eternati, se non vi si ponea termine collo spargimento del sangue: mezzo infelicissimo per cuori paterni, che versano lagrime sopra simili trionfi.
Ma la sollevazione più fatale, e che più particolarmente immerse nell’afflizione i teneri padri della nostra patria, quella si fu che accadde nell’anno 1361 sotto il Doge Lorenzo Celsi.
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