La curiosità spinse una folla immensa su i lidi. Quando essa vi giunse, e si seppe che i ribelli di Candia erano stati vinti, che le loro città, le loro castella s’erano rese, che l’isola intera erasi sottomessa, allora la gioja de’ Veneziani fu una specie di ebbrezza generale. Il Doge Lorenzo Celsi ordinò subito, che per tre giorni si dovesse in tutte le chiese rendere solenni grazie a Dio; e volle in oltre che questi atti religiosi fossero seguiti da pubbliche Feste. Ordinò giostre e tornei magnifici. Il valoroso General dal Verme venne invitato a presedervi e a distribuirvi i premii. Il celebre Petrarca, al quale aveasi una sì grande obbligazione, ebbe un posto distinto. Questo capo della Repubblica delle lettere venne collocato alla destra del capo della Repubblica di Venezia. Testimonio oculare degli spettacoli dati in quest’occasione, il Petrarca ne scrisse tutte le particolarità in una lettera latina diretta al suo amico Pietro Bolognese. Siccome questa lettera non è mai stata tradotta, così penso di far cosa grata ai miei lettori di darla qui intera. Troveranno in essa di che appagar pienamente la loro curiosità, riguardo a tutto ciò ch’ebbe luogo in Venezia in tale occasione. A testimonio sì illustre e sì autentico sarebbe ardire inescusabile, se io aggiungessi una sillaba.
Petrarca - Senili - Ediz. di Basilea
tom. I, pag. 782.
A Pietro Bolognese.
Benchè essendo presente coll’animo, nè troppo lontano col corpo, tu per l’orecchio accolga lo strepito e gli applausi, e direi quasi per gli occhi il fumo e la polvere degli spettacoli, e restandoti alcuna cosa a sapere, suppliscavi notte e giorno la viva voce de’ passeggeri, credo tuttavia, che con piacer udrai dalla mia lettera, ciò che con piacer maggiore avresti cogli occhi mirato, se un corporal morbo non t’avesse invidiato il bellissimo divertimento.
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