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      Il che per la città intera fu fatto, ma più solennemente nella basilica dell’Evangelista san Marco, dove non potevasi a mio avviso far cosa più splendida, per quanto ad uomini far lice con Dio. Vi si celebrò infatti magnifica messa, e fu condotta un insigne processione davanti ed intorno al tempio, alla quale non solo intervenne il popolo ed il clero tutto, ma altresì gli stranieri prelati, che o il caso, o la curiosità, o alcuna ordinaria divozione tratteneva allora in Venezia.
      Compiuto eccellentemente tutto ciò che a religione appartiene, si rivolse ciascuno ai giuochi, agli spettacoli. Ma sarebbe troppo faticoso l’enumerarne le specie, le forme, le spese, la pompa, l’ordine. In faccenda di tanto concorso (cosa rara al sommo e mirabile) niun tumulto in alcun luogo, niuna confusione, niuna rissa, ma tutto ripieno di giubilo, ripieno di grazia, ripieno di concordia, di amore. Benchè quivi la magnificenza conservasse il suo impero, pure acciocchè non ne fossero sbandite la sobrietà e la modestia, ma lei nella sua città e nella sua festa regnante, reggessero e raffrenassero, fu la solennità con varietà di apparati divisa in più giorni. E finalmente il tutto fu chiuso con due spettacoli.
      A dir vero, io non so co’ lor proprj nomi latinamente esprimerli; pure gli spiegherò in modo che tu gl’intenda. L’uno adunque, come parmi, dire si potrebbe Corsa; l’altro Combattimento: poichè nel primo ciascheduno corre solo per diritto sentiero, e nell’altro da parti opposte gli uni si scontran cogli altri.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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