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      L’ornamento primario delle peote consiste ne’ lumi. La mira è di accoppiare la magnificenza ad una disposizione elegante e simmetrica. Spesso sulla prua si collocano concerti di voci e di strumenti da fiato, li cui suoni ripercossi dall’acqua producono un delizioso effetto, che il silenzio della notte rende vieppiù seducente.
      Società numerose cittadinesche unisconsi insieme per porsi in altre grandi barche dette tartane; queste sono quelle dell’antico istituto, giacchè servivano alla pesca, e sono quelle, che più particolarmente figurano in questa Festa. Anch’esse brillano per la loro moltiplice illuminazione, poichè le lunghe funi che servono al maneggio delle vele, sono tutte coperte di palloni variamente colorati.
      Altre pure ve n’hanno di più picciole, con sopravi de’ padiglioni, degli archi formati di rami d’albero, delle ghirlande di fiori a più guise illuminate.
      Fin la più infima barchetta del meschin pescatore è coronata di fronzuti rami intrecciati insieme con il suo pallone di carta, in cui arde un lumicino: in ciascuna di esse siedono attorno una mensa più o meno sontuosa, que’ che si sono insieme riuniti per darsi in preda al diletto; e toccando i bicchieri, i toasts eccitati dall’amicizia, e dalla libertà promuovono la letizia comune. Il modesto artigiano nel suo battello circondato dalla famigliuola assapora con gusto il suo piatto di pesce, ed applaudendo senza invidia ai concerti armonici delle peote e delle tartane, ch’egli accompagna, credesi di formar parte di quelle società. Egli gode con esse, o almeno quanto esse.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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