Due Sacerdoti titolati scortavano la santa Bara del Signore. Seguivanla il Patriarca ed il Primicerio in mezzo a’ suoi Canonici. I Segretarj e gli Scudieri precedevano il Doge e la Signorìa; indi i Patrizj in toga, poscia tutti i cittadini ed artigiani della Parrocchia di san Marco. Sotto uno degli archi del palazzo Ducale stava pronto un baldacchino nero sostenuto da sei sottocanonici. Allorchè la Bara col sacro Corpo del Signore in Sacramento era uscita dalla Chiesa, veniva accolta con gran riverenza sotto il baldacchino. In tal modo la Processione faceva il suo giro uscendo dal palazzo per la porta di fianco riguardante la Piazzetta, e rientrando in chiesa per la porta del lato destro in faccia la picciola Chiesa di san Basso. Nel passar della Bara dirimpetto alla porta maggiore, tutta la processione fermavasi, ed ognuno, perfino il Doge, inginocchiavasi in segno di adorazione. Rientrata in Chiesa col medesimo ordine con cui era uscita, tutti riprendevano il loro posto. La grande Confraternita di san Marco, come pure il Clero, facevano spalliera intorno al santo Sepolcro. Ed allorchè la Bara era giunta nel Coro, levato con riverenza il Corpo del Signore in Eucaristia, posavasi sopra alcuni preparati cuscini. Monsignor Patriarca lo ritoglieva poscia per dar la Benedizione, ch’era da tutti ricevuta colla maggior divozione. Si deponeva allora nel Sepolcro il Corpo del Signore, ed il Gran Cancelliere, ricevuto dal Doge il sigillo ducale, lo presentava al Patriarca, acciò chiudesse la piccola porta della sepoltura, e v’imprimesse sopra lo stemma della Repubblica.
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