Pure ciò vedemmo accadere l’anno 1797, sia per amore d’innovazione, sia per odio di tutto ciò che teneva dell’antico. Non mancarono però speciosi pretesti per giustificare l’irreligioso decreto. Si mostrò temere non la militar licenza Francese, abbattendosi in quelle processioni, commettesse qualche irreverenza; si allegò che crescendo ognor più la depravazione de’ costumi, potevano i giovani d’ambi i sessi abusare della sacra solennità, trasferendosi nelle chiese e per le vie più per dar pascolo a’ loro profani capricci, che per ispirito di religione; ed infine si aggiunse, che il cangiamento ultimamente successo nelle ricchezze sì pubbliche, che private, rendeva impossibile il conservare l’antico splendore delle decorazioni. Obbiezioni tutte da potersi sciorre assai presto: giacchè primieramente era facile l’evitare ogni scandalo per conto della soldatesca, ricorrendo agli Ufficiali e Comandanti ragionevoli, civili ed attissimi a porre freno alla soverchia licenza de’ loro subalterni; oltrecchè potevansi eseguire le cerimonie dentro le mura delle rispettive Chiese, che sono tutte abbastanza capaci per contenere una processione. In secondo luogo chi v’è che ignori, che in una gran popolazione vi sono sempre le stesse passioni in movimento, che in ogni occasione sia sacra o profana, i due sessi si cercano sempre l’un l’altro, senza punto considerare alla causa che procaccia ad essi questa felice opportunità? Ciò fu in tutti i tempi, e ciò sarà in tutti i secoli. Il terzo pretesto non è meno insussistente degli altri due.
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Francese Ufficiali Comandanti Chiese
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