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      Talvolta erano mal ricordate o mal dettate; talvolta si registravano bensì, ma in appresso venivano abolite. Aggiungasi in tanti incendii accaduti, lo smarrimento delle Cronache, e ognuno conoscerà essere impossibile il trovare nella Repubblica Veneta un corpo di Leggi perfetto, come puossi di leggieri trovare in una monarchia, allorachè fermisi l’attenzione sopra i suoi primi Legislatori. Pure il Maggior Consiglio cercò di ottenerlo, e a tal fine instituì in varie epoche alcuni Magistrati, la cui cura fosse il classificare tutte le leggi, registrando le nuove, e riordinando le antiche, ma un pieno effetto non si potè ottener giammai. Ecco una delle gravi difficoltà, che si presentano a chi vuole scrivere intorno alla Storia Veneta. Ma una ancor maggiore ve n’ha, o forse più dura a superarsi; vo’ dire di vincere le opinioni o a dir meglio le prevenzioni generalmente ricevute. La critica più scrupolosa e più studiosamente esercitata, mal potrebbe porsi in salvo contro gli attacchi di oppositori ostinati, o di maligni detrattori sino ne’ fatti colla maggior ragionevolezza provati. A simili disastri devo attendermi che vada incontro la festa, che ora sto per dettare. O quanti e quanti non potranno udir senza sorpresa, anzi senza qualche mormorazione contro l’autrice, che non vi fu mai una Serrata del Maggior Consiglio, quale comunemente si crede, che ascrivesi al Doge Pietro Gradenigo nell’anno 1297, e in conseguenza la festa di santa Caterina ordinata per Decreto da questo medesimo Doge, non aver avuto quell’origine, che pur varj scrittori le diedero.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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