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      La distinzione dei natali deve ajutare lo sviluppo di un catattere nobile, là dove un’origine vile può soffocarlo nello stesso suo germe. La più nocevole distinzione è quella che non ha altra base che le ricchezze. Il Gradenigo si diede dunque in prima a notare gli sconcerti civili, ed il pessimo andamento delle cose, prodotto dall’essersi introdotte nel Governo persone non d’altro merito fornite che di ricchezze, senza punto d’altezza di animo, senza meriti verso la Patria, e senza cognizioni di affari. Egli pertanto si assunse di cercar il mezzo di riformar gli abusi, e di dare al Corpo Sovrano della Nazione tutta quella perfezione, a cui un governo di uomini puole aspirare. Sagace com’era, conobbe la necessità di ogni Governo di alterarne la forma, o anche cangiarla a norma non solo delle differenti circostanze interne, ma del mutarsi i costumi, le passioni, i sistemi degli altri popoli, che colla comunicazione tanto influiscono sul generale, da alterare per fino ogni carattere nazionale, e gli usi più inveterati. Questo sistema di regolazione fu quello appunto osservato dai nostri Padri, pur troppo da noi negletto. Allorchè questa popolazione docile in sul principio e tranquilla, che i Tribuni quali Capi di famiglia reggevano, divenne audace ed orgogliosa, si venne ad un Governo Repubblicano coll’elezione di un Duca o Doge. Quando i Dogi vollero abusare della loro autorità, o il Popolo temendo troppo la perdita della sua indipendenza commise su loro tante atrocità, fu creduto opportuno di venire nel 1173 alla regolazione del Maggior Consiglio, onde tenere in bilancia l’autorità del Doge colla popolare.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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