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      Quindi il padre appena era divenuto individuo di quel Corpo, che trasfondeva ne’ figli il diritto di esserlo pur essi, salvo le prove che si doveano fare dell’onestà, civiltà, legittimità della madre, quando essa non fosse nobile, come altre prove, che ne’ successivi tempi si vollero apposite.
      Se in appresso s’introdusse qualche verme roditore e velenoso, chieggiamo noi qual Corpo semplice o composto v’abbia, che vada esente da innovazioni, da corruttela? Nell’ammasso generale de’ mali convien contentarsi di quelli, che gravitano meno, almeno in apparenza, sulla totalità degli uomini. Per buono che sia un Governo produce sempre de’ mal contenti; ma non dirassi mai cattivo di sua natura e difettoso, se non quando renderà infelici molti senza confluire in nulla alla prosperità pubblica. Finchè le Leggi, le sole leggi regnano in uno Stato, il Popolo è libero; egli lo sa, e quest’opinione crea la sua felicità; nè per altro che per l’opinione si reggono i diversi Governi. Non fuvvi paese, in cui il dispotismo siasi riguardato con occhio così torto come in Venezia, ed in cui siansi usati gli espedienti migliori per tener vivo lo spirito pubblico. Le due più efficaci molle furono sempre la fiducia nella personal sicurezza, e il non esigersi dal Governo che piccioli sacrificj. Pertanto fu allora che ciascun Cittadino si persuase non essere debitore di tai beneficj alle sue forze private, ma all’unione de’ Magistrati, e dovette bramare che ogni disordine introdotto nel Governo, venisse riformato dalle Leggi, e che i Magistrati divenissero i suoi difensori.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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