È già un antico adagio, che alle Nazioni tutte poco importa quale esser si possa la forma della Legislazione; invocano esse, e chieggono soltanto quella che offre loro più di guarentigie, quella dalla quale ciascuno riceve più, dando meno. Infatti l’intera Nazione si mostrò così paga de’ mentovati regolamenti, che, seguendo i migliori Cronisti, sembra certo che quel metodo di elezione durasse almeno sino al 1351, e tutti i pubblici Registri cel confermano. Altra alterazione non vi si osserva, se non nel numero di molto accresciuto dei membri del gran Consiglio. Nel 1340 se ne trovano d’inscritti sino a 1212. In appresso poi quel Consiglio che durava un solo anno, si vide durarne due, indi cinque, poscia sei e più anni, sicchè per via di fatto (giacchè legge veruna non si trova) venne dimessa l’annua ballottazione. Pare però che una ballottazione continuasse sino al 1436, nel qual anno un fatal contagio mietè moltissime vite anche di questo Consiglio, e per iscemar l’orrore di tante perdite, furono ammessi al Consiglio, quanti produssero i loro titoli per entrarvi. D’altronde men rigore occorreva allora nella scelta degl’individui, perchè in virtù delle ballottazioni precedenti, il Corpo del gran Consiglio erasi purgato, ed i ricchi ed i nobili appresero a conoscere quest’importante verità, che le sole ricchezze e la sola nobiltà non creano l’uomo di merito e di considerazione, ma che da lor medesimi dipendeva, il far che venisse concesso un grado di stima più elevato a chi si nobilitava colla virtù, che a quello, il cui solo vanto era un’ereditaria grandezza.
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