Non è noto in qual guisa si celebrasse la festa, che secondo il Decreto dovea esser solenne. Forse le formule posteriori adottate hanno fatto dimenticare le antecedenti. Durante la Repubblica era questa la Festa de’ Dotti. In questo dì aprivasi con pompa la celebre Università di Padova, e tutti i Collegi dello Stato. In questo dì i Professori e i Maestri di ogni facoltà ricominciavano a render utili i loro talenti, e a procurarsi nuovi diritti alla gloria, coll’informare alla Patria de’ Cittadini illuminati. Era questa la festa della Speranza; di quella dolce speranza, che infondeva non meno ne’ genitori virtuosi, che ne’ teneri figli la forza di sostenere un distacco fra loro, che dovea essere origine un giorno di felicità sì agli uni che agli altri.
Se nuove alterazioni sofferse di fresco questa solennità, pur essa tuttavia si celebra in Venezia nella Chiesa dedicata a Santa Caterina dagli Studenti del Liceo-Convito: Liceo che oggimai si acquistò la maggior rinomanza per la scelta de’ suoi Professori, ed in particolare per essere diretto dal celebre Ab. Traversi, le cui vaste cognizioni si conciliano l’ammirazione di tutti gli Eruditi, e le cui paterne cure verso i numerosi Alunni si meritano da tutti i Padri e dallo Stato intero una viva riconoscenza.
Festa di San Vito.
La presente Festa dee star vicina a quella, di cui abbiam testè parlato; poichè entrambe ebbero origine sotto il Doge medesimo Pietro Gradenigo. Noi l’abbiamo veduto sin qui occuparsi particolarmente di regolamenti civili, che tutti riuscirono a sua voglia; l’osserveremo adesso in una carriera assai più difficile da percorrere.
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