. Frattanto il Badoer ch’era Podestà a Padova, dovea condurre di là un corpo di truppe, che comparissero opportunamente, caso che i Congiurati fossero bloccati, per liberarli. Quanto alle armi, tutti i nobili guerrieri ne avevano in gran quantità. Esse erano conservate nelle antiche famiglie, come oggetto di lusso o come trofei. Furono dunque queste distribuite a tutti quelli ch’erano concorsi nella medesima risoluzione, e fra essi, (cosa osservabilissima) vi si trovavano molti nobili. Per l’esecuzione era stabilito il giorno 15 di giugno di quest’anno 1310. Nè devesi lasciar di osservare (perchè cosa al certo meravigliosa) come il secreto fu da un numero sì grande di persone custodito in guisa, che sino al dì precedente niun sentore se ne avea per la Città; e ciò rincuorava ognor più i Congiurati, onde con più ardore accelerarono i preparativi necessarj pel giorno seguente. Ma appunto nella giornata del 14 s’incominciò ad osservare, che un gran numero di persone s’introducevano di soppiatto in varie case, e particolarmente in quelle de’ nobili, ch’erano i più contrarj al Doge. La scoperta fu tosto comunicata a lui, ma sull’imbrunire ei giunse a saper chiaro di che si trattasse. Egli non perdette per ciò nè cuor nè mente. Raccolse in un punto que’ tra’ membri del Gran Consiglio, sui quali poteva maggiormente contare; comunicò loro il pericolo che ad ognuno sovrastava; li esortò senza perder tempo ad avvertir ciascuno i proprj parenti ed amici, e quanti più cittadini potevano atti all’armi, perchè tutti armati si ragunassero nel Palazzo Ducale prima dello spuntar del giorno: ordinò, che si sguernissero i posti meno importanti di Venezia per portarne sulla gran Piazza le truppe.
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