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      Per quelli poi che dovevano formare la gran processione, si ordinò un ponte di legno, che attraversasse tutto il canale, il cui capo mettesse alla piccola piazza della chiesa. Sopra questo ponte dovevano passare i Presidenti delle quarantie, tutta la Quarantia Criminale, i Savj degli Ordini. Seguivano questi le sette scuole grandi, i religiosi di tutti gli ordini, i musici di San Marco, e tutti quelli che assister voleano alla grande solennità.
      Allorchè tutte le sacre cerimonie della chiesa erano compite, il Doge rientrava nelle sue barche, e recavasi al suo palazzo, dove dava un banchetto a tutti quegli ambasciatori, e a quei patrizj ch’erano stati pubblicamente a parte della solennità. Questa durò in vigore sino al 1797; ed è interessante a sapersi, che il concorso del popolo per rendersi in tal giorno nella chiesa di San Vito, non mai diminuì; quantunque si teneva generalmente per fermo, che l’origine della festa fosse il trionfo dell’aristocrazia consolidatasi in quest’occasione, il che prova, che malgrado le distinzioni e i privilegi del patriziato, la costituzione che governava questo popolo, produceva un sentimento generale di soddisfazione. È ben vero però, che queste distinzioni, questi privilegi non aveano luogo che negli affari governativi; mentre un’assoluta eguaglianza co’ popolari esisteva in ogni tassa e imposizione, nella giustizia de’ tribunali, e nelle provvidenze emanate da savj consessi, per rendere tutti paghi e contenti. E quanto alla vita sociale, regnava qui una specie di reciproca affezione, certe abitudini in comune, un miscuglio piacevole fra tutte le classi, che quantunque l’una separata dalle altre, tutte vicendevolmente si ajutavano fra loro, e si legavano nelle loro reciproche relazioni con sì dolce amistà, ch’era impossibile di veder penetrare in verun cuore nè avversione, nè invidia, nè quella mutua antipatia, che tanto si manifesta presso le altre nazioni, dove un gentiluomo è egualmente forestiere alle altre classi de’ suoi compatriotti, che lo sia agli altri popoli.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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