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      Atene stessa, ed altre città della Grecia, donde forse ebbe origine l’arte della costruzion navale e la nautica, si contentarono del loro dominio marittimo, senza mai pretendere alle conquiste terrestri. La Repubblica di Venezia perseverando sempre ne’ suoi principj, ne’ suoi studj, ne’ suoi esercizj nelle cose soltanto di mare, era divenuta florida e ricca. Essa avea potuto altresì prevalersi della decadenza dell’impero d’Oriente per impadronirsi esclusivamente del commercio del Levante, occupare una porzione importante di Costantinopoli (città utilissima alle imprese di mare), metà dell’impero della Romanìa, e sottommettere alla sua obbedienza varie Isole e Porti. Pure nonostante queste illustri azioni, essa si era rimessa tosto ai suoi antichi usi; avea deposte le armi, ripreso il commercio, e tutte le sue nuove conquiste non furono, per così dire, riguardate che come un mezzo di facilitare ed accrescere ogni genere di traffico. Dopo queste osservazioni il Dandolo esortò il Senato a seguire anche nella circostanza d’allora le medesime traccie, non dando retta a consigli nuovi e rischiosi, comecchè nobili ed elevati nell’apparenza; e suggerì che, anzichè impegnarsi in un’aperta guerra offensiva, si tagliasse ogni comunicazione col Continente, e si custodissero accuratamente tutte le imboccature de’ fiumi, affinchè nulla potesse uscire, od entrare nel paese nemico. Con questa specie di blocco venendo esso privato delle cose necessarie alla vita, era probabile che si fossero ben presto udite proposizioni di pace.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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