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      Quando Mastino sì allora indolente per presunzione, seppe la marcia di quest’armata verso Treviso, levò tosto il campo di Pontremoli in Toscana, che teneva assediato, e venne in soccorso di Treviso. Per tal modo riuscì subito al Rossi di liberar Pontremoli, ove trovavasi la di lui famiglia in mezzo a mille angoscie. Indi passò la Piave senza opposizione: continuò la sua via sino al fiume Brenta, lo passò, si presentò sotto Padova, e vi provocò più volte il nemico per trarlo a battaglia, ma invano. Quindi per porlo alla disperazione, ordinò ai suoi soldati un incendio generale, ed un saccheggio senza pietà. Gli abitanti della Pieve di Sacco spaventati alla vista delle fiamme, mandarono oratori al Comandante, pregandolo di aver compassione di loro o di accettar la lor dedizione. Il Rossi accettò l’offerta, e volse il suo cammino per Bovolenta. Quivi ad un punto stesso vi giunse anche Marco Loredan colla sua flottiglia, di modo che la terra trovossi tosto bloccata da ogni parte. Le s’intimò la resa. Il Comandante rispose, che voleva difenderla sino all’ultimo sangue. Fu dunque attaccata vigorosamente; e benchè la resistenza fosse grande, dovette alfin cedere. Il castello di Bovolenta, come pure il nuovo Forte delle Saline furono distrutti sino da’ fondamenti. Ma qui non finì la guerra, quantunque cessata fosse la cagione, che la promosse. Il Senato vedendo il prospero successo delle sue armi, risolse di continuar la guerra col massimo ardore.
      Le operazioni de’ Veneziani furono pronte e decisive: quelle degli Scaligeri lente ed infruttuose; ma v’era di peggio.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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