Pagina (322/712)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Allora si vide in Venezia uno spettacolo, che provò quanto un tiranno abbia tutto da temere, quando la fortuna lo abbandona. Ciò fu l’arrivo di sessanta ambasciatori di principi e di città, che a gara offrivano i loro servigj alla Repubblica.
      La posizione di Mastino non poteva essere che penosissima; e ciò che l’accrebbe ancor più si fu, che mentre il Rossi batteva un corpo delle sue truppe vicino a Este, una terribile sollevazione di popolo era scoppiata a Padova. Mastino potè acquietarla sul momento; ma ben conobbe quanto fosse da temere per l’avvenire. Per arrestare il corso di tante sciagure e guadagnar tempo, ricorse al mezzo de’ deboli, che pur qualche volta riesce, di trattar di pace. A quest’effetto mandò un ambasciatore a Venezia. Per sua disgrazia scelse Marsilio di Carrara, il qual avea saputo dissimular sì bene l’odio contro il tiranno, che ne godea la maggior confidenza. Marsilio arrivò a Venezia, e venne tosto ammesso all’udienza secreta del Doge. Egli espose i suoi progetti, i suoi disegui, indi aggiunse: che fareste voi se vi si consegnasse Padova? Il Doge immediatamente rispose: la rimetteremmo tosto nelle mani di chi ce l’avesse data. Ciò soddisfece tutti due. L’inviato del signor di Verona si presentò al collegio in grandissima cerimonia. Il Doge gli presentò i Preliminari della Pace. Marsilio, benchè d’accordo col Doge, disapprovò altamente la troppo grande severità della Repubblica, e pregò di moderare il rigore. Non avendo potuto nulla ottenere, si congedò per andar ad informarne il suo signore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





Venezia Repubblica Mastino Rossi Este Padova Venezia Marsilio Carrara Venezia Doge Padova Doge Verona Doge Preliminari Pace Doge Repubblica