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      Il corteggio del Doge divenne più pomposo; giacchè v’intervennero altresì gli Ambasciatori delle Corti estere. Non più la Messa fu celebrata da un Vescovo, ma dal Patriarca. Le Confraternite antiche dovettero cedere il primo luogo a quelle chiamate Scuole Grandi instituite posteriormente, le quali sfoggiavano in quel giorno ricchezze sorprendenti.
      Infine, terminate le lunghe cerimonie in Chiesa, rientrava il Doge nel suo palazzo, dove tratteneva seco a banchetto il suo augusto corteggio. E perchè tutte le classi potessero indistintamente goder il piacere di assistere a questo banchetto, e per aumentare inoltre la letizia di questo giorno, erasi permessa la maschera della Bauta e Tabarro. Questo vestito, ch’era il prediletto della nazione, veniva in tal giorno indossato con un particolar entusiasmo: le strade, le piazze, i luoghi pubblici erano riempiti di gente; tutti approfittavano di una permissione, che rendeva più gajo e più brillante questo bel giorno, senza che mai nulla di sinistro turbasse il bene generale.
      Festa per la scopertaDELLA CONGIURA DEL DOGE MARIN FALIER.
      La Repubblica di Venezia l’anno 1354 stava in mezzo alle vicissitudini della guerra e della pace, delle vittorie e delle perdite, ed inoltre era dolentissima per la morte del suo capo Andrea Dandolo, che meritato avea il pianto di ogni ordine di Cittadini. I suoi meriti personali gli aveano conciliato la confidenza e la venerazione di tutti i sudditi dello Stato, ch’egli avea con somma saggezza governati, ed i suoi lumi e la sua dottrina l’aveano reso riputato e celeberrimo anche presso gli estranei.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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