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      Dicesi che dagli scudieri sia stato eseguito l’ordine in modo forse un po’ troppo villano. Incollerito il giovane per l’affronto pubblico, pensò a trarne strepitosa vendetta. Esce dalla sala ardente di rabbia, entra in quella del collegio, e scrive sulla sedia del Doge queste ingiuriose parole:
      Marin Falier dalla bella mugier,
      Altri la gode, e lu la mantien."
      Nell’indomani fu veduto l’insolente affisso; e allora quando il Doge il lesse, arse furiosamente di sdegno. Commise agli avvogadori del comune d’indagare chi lo avesse scritto, e alla quarantia di punire severamente il reo. Michele Steno fu preso e imprigionato; ed egli sinceramente confessò che sull’istante era stato vinto dal furor della vendetta in vedersi cacciato dall’assemblea, sotto gli occhi della sua bella, e che aveva scritto quelle parole, onde ribattere l’oltraggio con un oltraggio maggiore. Venne condannato a due mesi di prigione, ed al bando d’un anno da Venezia.
      Veramente quando si consideri la gioventù e l’inesperienza, ed insieme la forza e l’ardor della passione di Steno, parrà anche troppo rigido il castigo; ma così non parve al Doge. Egli avrebbe voluto maggior severità contro il reo, e reputossi non meno ingiuriato da sì indulgente sentenza, che dallo stesso cartello d’infamia. Da questo punto un venerabil vecchio, che fin allora era stato un modello di prudenza, di umanità, di sapienza, di circospezione; spiegò un carattere affatto opposto, e il sentimento della collera infuse ne’ suoi spiriti irritati tutto l’impeto proprio d’un focosissimo giovane.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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