Ma nemmeno i Greci signoreggiarono tranquillamente in Oriente a cagione delle sempre maggiori conquiste fatte dalla nazione turchesca, di oscura origine, ma le cui azioni ardite e guerriere la rendettero famosa e temuta. Le prime radici di questo grand’albero furono gettate l’anno 570 da Maometto, che sagace agricoltore ne fece dilatare i rami sopra la più bella, la più fertile, la più temperata parte dell’Europa. Gli avanzamenti della sua setta furono meravigliosi. Appena bambina s’ingigantì; i suoi principj furono contrassegnati da continue conquiste; ogni momento del suo crescere fu un trionfo. I Cristiani si scossero al rimbombo delle armi ottomane; e sin dall’anno 1096 vi furono Crociate; indi si tentarono contro di loro molte spedizioni; ma non v’ebbe mai quell’unione bastante, quella corrispondenza tenace e indissolubile, senza di che mal si resiste. Forse non si conobbe mai appieno, che l’incendio turchesco era una fiamma, che abbruciate le case vicine, finirebbe coll’incenerire anche le più lontane; se meglio si fosse giudicato, avrebbesi portato in maggior copia e più prontamente acqua per ammorzarlo.
La Repubblica di Venezia non istette già semplice spettatrice in questi varj avvenimenti. Fu fedele agl’Imperatori Latini coll’attener tutte le sue promesse. È però vero, che ne trasse essa medesima sommi vantaggi, poichè riportò da essi l’investitura dell’isola di Negroponte e l’assenso di poter ricevere sotto la sua protezione e Guilfredo signore dell’Acaja, e Gallo signor di Cefalonia.
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