Il governo di Venezia conobbe quanto era necessario di difenderla; ma sin a tanto che si cercò di porvi rimedio, il nemico già devastato avea i. territorj di Modone e di Corone, trascorrendo con oppressione dei popoli, l’Arcadia, e ritraendone ricco bottino. Vi giunse Orsato Giustiniani con trentadue galere, ed ebbe sul principio alcuni incontri con varia sorte: investì poscia la città di Metelino nell’arcipelago, entrò in uno de’ suoi porti, disfece trecento turchi che gli si opposero, ma poscia rinforzato il nemico da potenti soccorsi, e vista da lui la molta strage nei nostri, pensò bene ritirarsi. Il suo animo generoso e sublime non potè tollerare sì grave sciagura; tanto egli si accorrò, che vi perdette la vita.
Il pontefice Pio II, compassionando le perdite de’ Cristiani, maneggiò col massimo ardore una nuova Crociata; ma appunto quando tutto era in pronto nel porto di Ancona, ov’egli, non men che il Doge Cristoforo Moro si erano recati, fu colto da impensata morte, e così si ruppe anche la trama dell’illustre tela, che dipendeva dal filo di una sol vita. Per tal modo Maometto accrebbe sempre più le sue conquiste, ed insieme le stragi e la desolazione di tanti popoli. Mirò egli all’importante isola di Negroponte, la maggiore dell’arcipelago, chiamata anticamente Eubea, osservonne il sito importante e comodo sì pel Continente della Grecia, che per le isole; e tosto disegnò di soggiogarla. La governavano il Bondulmiero e il Calbo. Vi ci si trovava pur anche Paolo Erizzo, uom di onore e di sentimento, il quale tuttochè terminato avesse il tempo del suo officio colà, volle rimanersene per non offendere il proprio decoro.
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