Il General Colonna, che di diligenza e di valore non si lasciò giammai superar da’ suoi illustri antenati, avvicinossi anch’egli al Venier, e si mostrò infiammato del più vivo ardore contro i nemici. Tutto ciò empì di vero giubilo, e delle più sicure speranze il rispettabile vecchio.
Il Bassà Alì comandante de’ Turchi, forte di quattrocento e più navigli, animato dai vantaggi riportati ultimamente sopra gli Alleati, dalle forze Ottomane, ed inoltre ingannato nel numero delle nostre Galee, perchè le isole delle Curzolari toglievano la vista di molte, risolse di andar ad incontrare gli Alleati. Già le due flotte nemiche si trovano a fronte: il Barbarigo è il primo ad essere attaccato da Siloc Alì, che comandava il destro corno. Questi vi scaricò addosso un nembo di saette; ma egli intrepido sostenne per quasi un’ora l’assalto Turchesco. Non diffidando punto de’ suoi, gli parve però che non fossero abbastanza uditi i suoi comandi, perchè teneva coperto il viso collo scudo: se lo scoperse quando appunto i nemici più fieramente saettavano; ed essendogli detto che si coprisse, perchè correa pericolo di essere ferito, rispose, che minor offesa egli sentirebbe di rimaner ferito, che di non esser udito. E di fatti i suoi comandi furono poscia sì bene intesi, e sì bene eseguiti, che potè egli stesso dar addosso ai nemici, e con estremo valore si abbordò con Siloc Alì, e lo fece suo prigioniere. Ciò veduto dai suoi Rais, cercarono la lor salvezza ne’ vicini scogli, e forse nessuno sarebbe scappato dalla morte, se il Barbarigo non avesse ricevuto una crudel ferita in un occhio; pure furono inseguiti, ed un gran numero ne rimasero uccisi, ed altri per la fretta di salvarsi su que’ scogli, s’affogarono nelle acque.
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