Di fatti potrebbesi mai credere che il passaggio delle Alpi di Annibale fosse stato così rinomato, se le conseguenze fossero state men luminose? Luminose però potevano essere anche le nostre, se vi fosse stato un accordo ingenuo e disappassionato fra tutti i principi Cristiani; poichè a quel momento potevasi assai facilmente conquistare la capitale stessa dell’impero Ottomano: tutto tutto era in sì gran costernazione, che venne subito eretto ai Dardanelli un Forte, adoperandovi trenta mila persone, onde accelerare il lavoro; tanto era grande lo spavento, che gli alleati non s’inoltrassero nello Stretto, come di fatti far potevano e dovevano. E Selino stesso per tema di una rivolta, non si credette più in sicuro a Costantinopoli, ma andò a rifuggiarsi in Andrinopoli. Indi più presto che potè diede la pace ai Veneziani, che dovettero accettarla per la poco buona volontà e unione degli alleati, che troppo temevano la loro grandezza.
Un’altra ragione pur v’ha della poca rinomanza della nostra vittoria, ed è che non tengonsi generalmente per grandi e per magnanime se non quelle azioni, che vengono narrate e celebrate da uomini celebri eglino stessi. E non solamente la nostra battaglia, ma la storia tutta delle guerre co’ Turchi è stata più particolarmente trascurata da tutti gli storici non meno stranieri che veneti. Gli uni forse credettero di acquistarsi poco applauso riferendole; non già perchè mancassero loro campioni in battaglia degni di essere encomiati, ma perchè forse parve loro odioso assunto il dover palesare la mala fede de’ trattati, la freddezza de’ principi cristiani.
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