Francesco Negri, uno de’ nostri cittadini di colto e gentile ingegno, che tratta liberalmente, e senza fasto le lettere, ed al quale i più teneri vincoli di amicizia e riconoscenza ci stringono.
La qui descritta battaglia viene talvolta sì dai poeti che dagli storici detta di Lepanto, ma più comunemente delle Curzolari; e con tuttochè queste scagliose isolette, che stan di fianco ad Itaca, fossero sotto il nome di Echinadi così note agli antichi, che non havvi greco o latino geografo, che non le ricordi, pure dal momento della nostra vittoria divennero sì famose, che il nome di Curzolari risuona anche adesso sulle labbra di tutti, e risuonerà eterno, finchè un impensato incendio non s’appigli a tutte le storie, e non incenerisca con esse i fasti delle più illustri azioni. Ma mentre così scrivo, m’avviene di legger cosa, che potrebbe farmi disdire, e quasi accusar me stessa di menzogna, se l’autorità di certi nomi avesse forza bastante a distruggere il vero. Un capitano inglese di gran grido e di gran merito, pubblicamente ci annunzia di aver egli il primo a questi dì scoperte le isole adiacenti ad Itaca, e le va enumerando ad una ad una, e ci fa sapere i lor nomi. Ad aggiunger peso e credibilità al suo annunzio, concorre il voto applauditore d’un astronomo geografo e letterato di prima sfera; ed ambidue fanno a gara nel celebrare l’insigne scoperta, tacciando così di crassa ignoranza nulla men che tutti i secoli anteriori, ed anche il più cospicuo magistrato della Repubblica Jonia, il quale a detta loro, nell’udir l’esistenza di luoghi posti a sessanta miglia dalla sua patria, fece le meraviglie, come se fossero allora allora sorti dall’onde.
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