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      I nostri Cronisti cominciano a parlare dei grandi sterminj ch’essa fece nel secolo X, ed ancor peggio nel XI e nel XII. Ma tutte sorpassò la peste del secolo XIV. Questa fu quasi universale, poichè serpeggiò per una gran parte dell’Asia, dell’Africa e dell’Europa. Anche Venezia ne fu fieramente infetta, e benchè non vi ci durasse più di sei mesi, pure novanta famiglie nobili rimasero estinte, e la popolazione tutta si sminuì a segno, che convenne invitar de’ forestieri per ripopolar la città. Fu conosciuto allora la necessità d’un ospizio, che servisse di soggiorno a que’, che in simili occasioni fossero afflitti da tal malattia. Da quel momento si pose mano all’erezione dell’edifizio, che fu piantato sopra uno scoglio di queste lagune, dove dimoravano i monaci di Santa Maria in Nazaret, dal che poscia per corruzione di lingua acquistò il nome di Lazzaretto. Questa fabbrica comoda e vasta potea capire, e pur troppo capì più volte sino a dieci mila persone. Ma in un’altra epoca egualmente fatale non la si trovò ancora bastante per soddisfare alle provvide viste del benefico ed umano governo. Quindi un secondo ospizio sopra un altro scoglio s’innalzò, posto dirimpetto al primo, e chiamossi Lazzaretto nuovo. Tali alberghi nel 1576 furono tutti e due riempiuti.
      L’epoca è questa su cui sono costretta ad arrestarmi, e a richiamare la memoria d’uno spettacolo il più triste, che la natura presenti; d’un funestissimo tempo, in cui l’uomo soffre senza speranza, vive nel dolore senza soccorsi, e senza consolazione sen muore.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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