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      Dovea altresì contribuire moltissimo alla tranquillità e serenità dell’animo tanto necessarie alla situazione di quegl’infelici, la permissione a bella posta accordata ai lor parenti ed amici di visitarli. Queste visite eran per essi un momento di vera festa, malgrado gli orrori della circostanza, poichè venivano spesso accompagnate da belle serenate, e da suntuosi rinfreschi. Che più? Tu avresti detto esser quello il tempo della rigenerazione della natura, anzi che quello della sua fatal distruzione: tanto è vero che un buon governo produce la felicità de’ suoi sudditi, e sa perfino alleggiare i mali, a cui la specie umana di sovente è soggetta.
      Sull’imbrunire partivan le visite, e s’udiva allora ripercuoter un divoto concerto di voci, che uscivan proprio dal cuore, dirette ad implorar dall’Altissimo la perpetua conservazione della Repubblica, ben più che la lor propria.
      Dopo di che s’accendevano gran fuochi di ginepro onde purificar l’aria; e a questo fine venivano ogni dì dall’Istria e dalla Dalmazia vascelli carichi di quest’arbusto. Durante la notte, non udivasi articolar una voce, o destare uno strepito capace di turbare l’universal riposo; talchè lungi dall’accorgersi ch’ivi albergavano dieci mila persone, altri avrebbero creduto non esservi colà anima vivente.
      Nuova scena non meno ammirabile presentava dalla parte del lido un’infinità di case di legno costrutte per ordine pubblico in riva al mare per il medesimo oggetto, le quali da lontano vedute offrivano all’immaginazione l’idea di una nuova città balzata fuori dall’onde, e facevano bella ed elegante prospettiva.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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