Mentre occupavansi in questa grande impresa, il Tempio fabbricato con troppa fretta cominciò a crollare. Ciò fu, per così dire, una vera consolazione per que’ divoti e generosi confratelli; poichè tosto risolsero di rifabbricarlo più ricco e magnifico, e tale che fosse in armonia coll’edificio già bene avanzato della confraternita. S’io dovessi qui narrare con esattezza ciò che v’ha di più mirabile in questi due superbi edificj, nulla potrei far di meglio, che ricopiare quanto ne dice il dotto Ab. Moschini nella sua Guida di Venezia da vero conoscitore. Basti a me il dire che gli stessi forestieri, e fossero pur del rango più elevato, all’entrar quelle soglie si sentivano colti dal maggiore stupor in veder colà riunita una sì gran quantità di pitture, di scolture, d’intagli; nell’esaminare la ricchezza e l’abbondanza degli utensili sacri; nello scorgere la profusione de’ marmi più ricercati e più rari; e considerando inoltre che tali enormi spese erano state incontrate da semplici particolari, ad onta di lunghe e dispendiosissime guerre sostenute a difesa del proprio onore e della nazional indipendenza. Niuno v’era che potesse di là scostarsi, senza trarre una buona lezione anche per sè medesimo, nell’osservare gli effetti utilissimi delle buone leggi, e di un governo, che col lasciare a ciascuno la libertà di godere a suo modo de’ frutti del proprio travaglio, era causa principale che se ne facesse un uso sì buono.
Le occupazioni di queste virtuose Compagnie, tra noi chiamate Scuole Grandi; e l’utilità che traevano da esse tutte le classi, e la repubblica stessa, l’abbiamo altrove toccato.
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