Il cav. Francesco Morosini, ultimo deputato eletto, non aveva per anche dato, come gli altri, la sua pubblica festa; quindi fece il suo invito a Sua Maestà per la sera de’ 19 febbrajo. E perchè in questi giorni cadeva molta neve, e faceva gran vento, così fece egli costruire una strada tutta coperta, che dal canal grande arrivava sino alla porta del suo palazzo. Accomodolla col miglior gusto, e illuminolla a cera alla veneziana, per modo che avrebbesi potuto credere di essere propriamente nella sala del ballo. Come poi descrivere quella che abbagliava in tutto quello spazioso palazzo? E come dipingere la bellezza, la ricchezza de’ fornimenti di ogni camera? I drappi tessuti in oro, i velluti vergati pur d’oro, la quantità di argenteria sparsa per ogni dove, infine tutto faceva conoscere che trovavasi in una delle più ricche case di Venezia. Il Re ammirò col più gran piacere ogni cosa, e ballò per molte ore dopo la mezza notte.
Per il giorno 23 erasi nuovamente allestito la caccia dei fisoli e delle anitre selvatiche; anzi per facilitarne la verificazione, erasi immaginato di tentar di farla nel canal della Giudecca; ma neppur questa volta potè aver luogo a cagione della fortissima burrasca, e de’ fiocchi grossissimi di neve, che cadevano. A dispetto però del tempo e della stagione studiavasi sempre nuovi mezzi di divertimento.
Li 27 febbrajo il tempo fu abbastanza tranquillo per concedere a Sua Maestà di recarsi all’arsenale. Vi trovò cinquanta dame invitatevi da governatori del luogo per incontrarvi il Re, e per accompagnarlo da per tutto.
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