Tanto il racconto del primo, quanto la vista dell’albero eccelso eccitano idee grandi e sublimi; la seconda al contrario, simile alla viola, non può inspirare che idee passionate e piacevoli. Sarebbe ella audacia che sotto l’aspetto di un tenue fiorellino io aspirassi a risvegliare nel cuor d’un sì gran Principe dolci sensazioni, mediante la lettura di una relazione affatto diversa nel suo genere dalla prima? Veramente ne temo; nondimeno un presentimento propizio rianima le mie forze, riprendo la penna, e traccio il mio racconto. Mi era pur anche lusingata d’incontrare V. A. R. in Toscana; e di potere a viva voce implorare la sua indulgenza; ma delusa di quest’aspettazione, non mi resta altro partito da prendere, che di osar di trasmetterglielo, nella speranza che il mio piccolo lavoro possa riempiere per qualche istante gli ozj dell’ A. V. R. e di quell’amabile Principessa, che il Cielo prodigo con Voi di tutti i suoi doni volle accordarvi, perchè nulla mancasse a rendere il più felice degli uomini chi è il più illuminato e il più valoroso de’ Principi.
Di Vostra Altezza Reale
Firenze 20 maggio 1820.
Giustina Renier Michiel.
Festa del Corpus Domini.
Il popolo Veneto, la cui eccellente indole fu sempre sostenuta dalla religiosa e illuminata pietà del Governo, accolse con divoto entusiasmo la festa del Corpus Domini ordinata da Urbano IV; e nel 1295, il giorno 31 maggio, il Gran Consiglio decretò, che il dì del Corpus Domini fosse festa solenne in palatio et ubique. Essa da principio non consisteva, che nell’esposizione dell’ostia sacrata.
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