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      Il passaggio de’ pellegrini tuttavia continuava sempre, e i Veneziani avevano instituito per i più poveri un Ospizio, che li ricettasse ammalati, ed un Magistrato apposito che provvedesse ai loro bisogni sì per la navigazione, come pel nolo de’ bastimenti, pel cambio delle monete e per altro. Prendeva parte ne’ lor pericoli, gli assisteva sì nelle piccole cose, che nelle grandi, ed infine impiegava per essi quella pazienza, quella dolcezza, quella bontà, che formano il carattere distintivo de’ Veneziani, e la vera essenza de’ loro cuori.
      Poscia che cessò il concorso de’ pellegrini, il maggior consiglio co’ suoi decreti, l’ultimo de’ quali fu del 1454, riordinò la processione del Corpus Domini, e la volle sempre più solenne e magnifica. In questo dì segnatamente le sei principali confraternite, dette scuole grandi, facevano pomposa mostra delle loro singolari ricchezze. Di queste confraternite appunto, che sì di frequente vediamo brillare nelle nostre feste, farò parola anch’io, benchè alcuni autori ne abbiano parlato.
      Antichissima fra noi fu la loro instituzione. I nostri antenati aveanle incoraggiate conoscendone l’utilità politica; e molto più il fecero dopo che il patriziato era divenuto dall’abitudine ereditario. Venezia fatta ricchissima per l’intero commercio del mondo, e divenuta popolatissima, giacchè alcuni autentici documenti provano, che avea fino a trecento ventimila abitanti, ottantamila de’ quali atti a portar l’armi, tenea nel suo seno sudditi attivi ed opulenti di tutte le classi, che mettean ombra non isdegnassero o presto o tardi di essere esclusi da ogni participazione di governo.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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