Tosto suscitasi un gran rumore nel palazzo; si arresta la donna, e si pone alla tortura; essa svela tutto il secreto. Andronico furibondo vuol avere in sua balia Carlo Zen, per fargli subire i più orrendi supplizj; ordina ai suoi soldati di cercarlo da per tutto; minaccia il Console Veneto, e la Repubblica stessa, s’egli non viene tosto consegnato. Carlo, a tempo avvertito di quel fulmine, si salva presso ad un soldato della cui fede non potea dubitare, riserbandosi ad altro momento per quell’impresa ch’egli poi ebbe la gloria di condurre ad effetto, quella cioè di liberare lo sventurato monarca, e di riporlo sul trono.
Mentre tutto ciò accadeva in Costantinopoli, ecco giungere la flotta Veneta comandata da Marco Giustiniani, che scortava i vascelli mercantili di ritorno dal Tanaì. Come il Zeno ne udì la nuova, si sentì tutto ravvivare, e tosto deliberò, coll’ajuto del suo fedel soldato, di trasferirsi notte tempo su quella flotta. Il Giustiniani lo ricevette a braccia aperte, e fu ben contento quando vide l’atto di donazione fatto da Calogiani dell’isola di Tenedo, che assicurava alla Repubblica libero il commercio di Costantinopoli mercè il passaggio esclusivo dall’Arcipelago negli altri mari. Senz’altre considerazioni, il Giustiniani scortò prima di tutto la flotta mercantile sino oltre l’Arcipelago, e vistala in salvo, volse la prua verso Tenedo. Il Governatore dell’isola era un Greco dedito al Calogiani. Quando riconobbe l’atto di donazione segnato dalla mano del principe, egli rimise senza dilazione ai Veneziani la città ed il castello.
| |
Carlo Zen Console Veneto Repubblica Costantinopoli Veneta Marco Giustiniani Tanaì Zeno Giustiniani Calogiani Tenedo Repubblica Costantinopoli Arcipelago Giustiniani Arcipelago Tenedo Governatore Greco Calogiani Veneziani
|