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      Il Duca vedendosi tradito da’ sudditi, e perfino da’ suoi congiunti, sui quali pur tanto fidava, risolse di rendere anche la fortezza, a condizione, ch’esso colla moglie, col figlio e col maresciallo d’Estrè fossero condotti in luogo di sicurezza, e che le truppe della Repubblica potessero andarsene liberamente. I Tedeschi, avendo acconsentito a tutto, presero possesso della fortezza, fecero scortare gl’illustri assediati da due compagnie di cavalleria sino a Melara nel Ferrarese, dove quest’infelice principe ricevette dalla Repubblica tutti i soccorsi necessarj al suo sostentamento.
      Per buona sorte d’Italia, Cesare, distratto in Germania da maggiori cure, depose i pensieri guerreschi. La Spagna credendo di non poter da sè sola estendere le sue conquiste in Italia, e desiderando d’altronde di consolidarsi ne’ dominj già acquistati, riguardò la pace come il mezzo più acconcio alle sue viste. Il Duca di Savoja, oppresso dalle sue sciagure, era morto da un colpo apopletico, ed il suo successore Vittorio Amadeo si dispose subito sinceramente alla pace. Il re di Francia sperando di trarre dal nuovo Duca di Savoja vantaggi molto maggiori, poco si curò più degl’interessi del Duca di Mantova, e desiderò anch’egli la pace. La Repubblica di Venezia, alla quale tanto avea costato questa guerra, sospirava di venire ad un accomodamento onorevole, particolarmente per poter estirpare affatto l’orribile peste, ch’erasi introdotta anche ne’ suoi Stati di Terra-ferma, e che faceva orribile strazio de’ suoi fedelissimi sudditi.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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