I nostri padri non avevano mai cessato di far il possibile per distruggere sì fatal malattia. Tutte le regole, tutti gli ordini, tutti i soccorsi d’ogni genere usati per la pestilenza, particolarmente del 1578, e per altre, furono anche in questo incontro puntualmente eseguiti, ottimamente disposti, ed opportunamente applicati. Anzi per quel lume che viene dalla trista esperienza, novelle previdenze si aggiunsero in tale occasione; ond’è, che il Codice Sanitario Veneto riuscì poscia sì compiuto, che meritò di venir preso a modello da tutte le più colte nazioni Europee. Ad onta di tutto questo, il mortifero crudelissimo veleno infettava ogni giorno un gran numero di persone. Lo spavento e la disperazione stavano dipinti sul volto di quelli, che non n’erano ancora tocchi.
Il Doge Nicolò Contarini ed il Senato, dopo lunghe preghiere e digiuni, risolsero di ricorrere all’intercessione di Maria Vergine, ed alle suppliche aggiunsero il voto di erigere in suo onore un tempio col titolo della Madonna della Salute, obbligandosi di andar a visitarlo tosto che si avesse ricevuto il favore così vivamente implorato. Ed un altro voto pure aggiunsero; di rinovare ogni anno tal visita nel giorno della Purificazione di Maria Vergine.
La peste, che cominciato avea in luglio 1630, e che in sedici mesi avea distrutte nella sola città di Venezia circa 80,000 persone, e più di 600,000 nelle provincie, cessò nel mese di novembre 1631. Immediatamente il Governo si affrettò di adempiere alla solenne sua promessa.
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