Fu scritto agli ambasciatori presso tutte le Corti (siccome si usava di fare ogni qual volta trattavasi della miglior scelta o di persona o di cosa), affinchè invitassero gli artisti più celebri di tutte le nazioni, a spedire i loro disegni o modelli per un Tempio grande e magnifico da erigersi sul Canal grande, vicino alla dogana di mare, e degno d’esser dedicato alla Madonna della Salute.
Ma la pietà del Senato non volle indugiar sino all’erezione del Tempio ad attestare solennemente la viva riconoscenza sua e dei Veneti per un sì segnalato beneficio. Dietro gli ordini emanati si vide, come per un prodigio, nel luogo stabilito innalzata in quattro giorni una Chiesa di legno atta a contenere un numero immenso di persone, e fu coperta di addobbi così sontuosi da non potersi valutare il prezzo. Fu piantato ad una certa altezza un altare, sopra il quale si collocò l’immagine di Maria Vergine. Apprestaronsi tutti i sedili per il Doge, la Signoria, gli Ambasciadori ed il Senato. E siccome per recarsi dal palazzo pubblico a quel sito conveniva attraversare il gran Canale, si fe’ costruire un ponte artificiale, simile a quello che facevasi all’occasione della festa del Redentore, affidandone la cura ai nostri fidi ed esperti arsenalotti, che egregiamente si prestarono in questa e nelle successive occasioni... La piazza di San Marco venne ornata in maniera da vestire l’aspetto di un teatro magico. Le colonne, i porticati, le finestre, furono tutte guernite di tappeti dell’Oriente, di drapperie di ogni genere, di arazzi e bronzi dorati.
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