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Tutti gli storici si estendono su questo punto di storia veramente singolare; a me basterà il dire, essersi adoperato per iscusa, che per poter andare contro il Turco conveniva far guerra ai Veneziani; come se i Veneziani impedissero così bella risoluzione, e non fossero al contrario sempre stati, colle loro imprese, il solo antemurale della cristianità. Nel proemio della convenzione fra Cesare e Luigi, venne rappresentato in modo assai patetico ed edificante il desiderio comune di cominciar la guerra contro i nemici del nome di Cristo; ma che impediva l’esecuzione, l’avere i Veneziani occupate ambiziosamente le terre della Chiesa; che per procedere tutti unitamente a così santa e necessaria spedizione, facea d’uopo muover ad essi guerra; tanto più che il Papa stesso chiedeva con una bolla all’imperatore di venir in soccorso della Chiesa per ricuperare il suo patrimonio; con che Cesare avea una giusta ragione di non più osservare la tregua fatta colla Repubblica, ma anzi trovavasi costretto di prestarsi alla guerra con tutte le sue forze. In questo modo adunque, cangiate le parole, come se ciò bastasse a tramutar la sostanza dei fatti, venne da tutti i principi cristiani segnata la lega a Cambray li 10 decembre 1508. Nel tempo stesso sottoscrissero la divisione fra loro di tutto lo stato Veneto, appropriandosi ciascuno la porzione che meglio conveniva; e per ciò il Papa riteneva per sè Faenza, Rimini, Ravenna e Cervia; Massimiliano, Padova, Vicenza, Verona, Treviso ed il Friuli; Luigi XII, Cremona, Giara d’Adda, Brescia, Bergamo e Crema; infine il re Ferdinando tutt’i porti e le terre che i Veneziani possedevano nel regno di Napoli.
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