Se in mezzo a tanti orrori, tu cercassi qualche raggio di luce, dovrai pure rivolgerti alla sola Venezia, che sin d’allora distinguevasi con un Codice di leggi, con una vera libertà sociale, e con costumanze temprate di natìa mansuetudine e di onestà; il che deve ognor più allontanare l’idea di una pubblica ingiustizia.
Venendo al caso particolare del Carmagnola che trova ora più apologisti, che non n’ebbe quando la compassione della sua morte doveva essere più viva, perchè più recente, è d’uopo considerare prima di tutto chi egli si fosse. Un villano feroce e di gran cuore, che tratto dalla sorte ad essere soldato, è venuto in credito prima presso Facino Cane, uno de’ Generali de’ Visconti, indi presso Filippo Visconti medesimo, fu il principale strumento della grandezza di lui, avendo, in qualità di suo Generale, riacquistato tutto il suo ducato, e discacciatine gli usurpatori. Ma per quale via giunse egli a tanto? Talvolta col valor militare, spesso colla crudeltà, più spesso coll’inganno. La sua prima impresa fu di acquistar Lodi, che teneva pel conte di Vignate. Questi, ingannato da una finta tregua, si lasciò cogliere sprovveduto in Milano; venne arrestato, posto in una gabbia di ferro e spedito a Pavia. Intanto il Carmagnola, conscio del fatto, assaltò Lodi, la prese, fecevi prigioniero il figlio del conte, e poscia padre e figlio passarono nelle mani del carnefice. Indi Crema cadde in potere di lui mercè la trama, ch’egli secondò, di alcuni faziosi contro quel feudatario.
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