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      Il Carmagnola risiedeva d’ordinario a Treviso, nè veniva a Venezia se non che ricercato per consiglio, il che veramente era assai spesso. Ora, in Trevigi stando, avvenne che un certo Giovanni Liprando fuoruscito Milanese, fece proporre al Duca l’uccisione del Carmagnola, purchè gli venisse concesso il ritorno alla patria. Il Duca ne fu contento; ma nel punto di mandarla ad effetto, la trama fu scoperta, il reo decapitato, ed il Carmagnola da allora sentì infiammarsi ognora più di spirito di vendetta. Onde introdotto in collegio esagerò la perfidia di Filippo, si vantò di conoscere tutti i suoi piani più secreti; assicurò che debellati i Fiorentini, avrebbe rivolte le armi contro la Repubblica, dimostrò quali fossero le sue forze, quali i soldati, quali i comandanti, quale lo stato dell’erario; ed infine tutto dipinse sfavorevolissimo al Duca, promettendo poi sommi vantaggi ai Veneziani qualora volessero determinarsi alla guerra, ed affidarne a lui le forze.
      Sì belle speranze, avvalorate dalle insinuazioni del belligero Doge, fecero che, portato al Senato quest’affare, fu decisa la guerra. Divulgatasi l’alleanza tra Venezia e Fiorenza, tutti gli altri principi d’Italia ricercarono d’esservi essi pure compresi, e ’l furono. L’intimazione di guerra fu fatta, ed il Senato nel prepararsi potentemente per sostenerla, si riportò in tutto al consiglio del Carmagnola, cui scelse a suo generale coll’assegno di mille ducati d’oro al mese. Non tutti però i Senatori erano tranquilli su questa scelta.


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Origine delle feste veneziane
(6 volumi)
di Giustina Renier Michiel
Tipografia Lampato Milano
1829 pagine 712

   





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