È questo un esatto e semplicissimo compendio di quanto ci tramandarono intorno al Carmagnola gli storici a lui contemporanei o di poco lontani, sien Veneziani o nol sieno. Nella narrazione de’ fatti tutti s’accordano; ed al loro unico fonte attinsero anche i moderni, i quali, comunque dominati da contrarie passioni, non poterono travisarli. Ciò in che a taluno sembra che dissentissero gli scrittori veneti dagli stranieri, è la causa della decapitazione di quel celebre capitano. Mettono i nostri fuor di dubbio, che il governo abbia emanata giusta sentenza contro di lui, perchè fondata su prove incontrastabili del suo tradimento. Tra gli estranei non trovo che il Corio milanese, che in modo assoluto discordi da noi dicendo, che i Veneziani tolsero al loro condottiero il valsente di più di 300,000 ducati, i quali furono, forse, più che qualunque altra ragione, la causa della sua morte. Gli altri che si riducono a due, tengono un modo più cauto, e non fanno che riferire le varie voci, che pro e contra si sparsero in Italia all’occasione della sentenza. Un Anonimo bolognese, le cui parole si riportano dal sig. Manzoni stesso, così si esprime: “Dicesi, che questo hanno fatto, (i Veneziani contro il Carmagnola) perch’egli non faceva lealmente per loro la guerra, e che s’intendeva col Duca. Altri dicono, che come vedevano tutto lo stato loro posto nelle mani del conte, capitano di sì grande esercito, parendo loro di esporsi a grave pericolo, e non sapendo con qual miglior modo potessero deporlo, han trovato cagione di tradimento contro di lui.
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