È egli mai credibile, che per contentare i soldati, a’ quali spiaceva la breve durata delle guerre, i potentati volessero renderle eterne, restituendo le sue forze all’avversario, onde potesse rinnovare le offese, come fa un giuocator di scacchi che, dopo aver vinto, rende le pedine all’altro per ricominciar la partita? Il sig. Manzoni cambia l’usanza in legge, e biasima i Veneziani, che si lagnassero del Carmagnola, perchè pigliando al soldo un condottiere, dovevano aspettarsi ch’egli farebbe la guerra secondo le leggi della guerra comunemente seguite. Indi per diminuire la colpa asserisce, che i prigionieri disciolti furono 400 soli, quando avea detto da prima, e nella tragedia stessa confermato, che la liberazione fu di tutti, e che rimanendo indietro soli 400, il Carmagnola, quasi per fare dispetto ai Provveditori, liberò anche quelli. Ma il sig. Manzoni è quello stesso, che parlando della flotta Veneta sul Pò distrutta, osò dire: «Gli storici, che hanno preso il tristo assunto di giustificare gli uccisori di lui, sembrano piuttosto dargli taccia di essersi lasciato ingannare da uno stratagemma». Egli è il solo che vorrebbe anche in questo trovarlo innocente, poichè gli altri disappassionati, ben esaminata la cosa, altramente la pensano. Il Signor Darù scrive, che della sciagura della flotta Veneta la voce pubblica accusava il Carmagnola, e che ciò non era senza ragione. - Un altro autor francese de’ nostri giorni dice: Fu egli cagione della disfatta della flotta Veneta.
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