Il volto di ognuno era atteggiato alla letizia del prospero evento di un giorno, in cui alla santità della Chiesa s’accoppiava una festa civile, che terminava con i brindisi all’amicizia, alla buona unione, e coi voti per la continuazione della comune felicità.
Non è raro in questo mio lavoro, che alla fine di alcune feste, trovisi descritto qualche uso singolare tra noi, il quale abbia relazione o al giorno, o al tempo di cui da prima si è fatto parola. Essendomi accorta avere ciò incontrato grazia presso i miei Leggitori, dirò qui alcuna cosa delle Villeggiature che principiavano appunto subito dopo questa solenne giornata; cosicchè essa, non solo per le viste politiche e civili, ma pur anche per le economiche e dilettevoli era aspettata colla massima ansietà. Non intendo io già parlare di quelle ancor più antiche villeggiature tanto celebrate da un gran numero di scrittori, che sin dal 1500 facevansi nelle isole prossime alla città, e per questa assai comode; allorchè il traffico era l’unica sorgente della nazionale ricchezza; e particolarmente in quella di Murano, dove i più ricchi e chiari gentiluomini Veneziani vi avevano eretti edifizii superbi, piantati giardini vaghi e fioritissimi, e dove infine al tempo delle ricreazioni, i lor palagi potevano essere considerati quali Atenei di Dotti indigeni e forestieri, che tutti trovavanvi nobile e gentile ospitalità: parlo di quelle che si fecero nella Terra-ferma dopo que’ cinque e più milioni d’oro, che, secondo il Bembo, avea costato all’erario la guerra di Cambray; dopo le immense spese fatte per restaurare, abbellire e fortificare tante città e castella; dopo che in Venezia si erano eretti tanti marmorei palagi e chiese magnifiche; dopo i ricchi e suntuosi monumenti innalzati in onore degli Eroi della Patria; dopo tutte le largizioni praticate ai numerosi scultori, architetti e pittori della famosa Veneta scuola; dopo infine che scemato il commercio per la scoperta del capo di Buona Speranza e dell’America, tanto ancor ne rimase che molte famiglie poterono comprar terre e feudi, ornandoli di signorili palagi, facendovi splendidi lavori sì per la coltivazione, che per l’uso delle acque, onde godervi qualche giorno di riposo campestre dopo le faccende governative.
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