Molte galere affondansi, e gią tutte cominciano a ripiegare. Il capitano Bassą, fremente per vergogna e per rabbia, minaccia terribilmente i suoi marinaj, punisce colla morte i pił restii, ed ordina, che si abbordi il legno veneto. Immediatamente pił di duecento Turchi vi saltan dentro, ma la maggior parte vi trova la morte. Altri li rimpiazzano subito. Dove il pericolo č maggiore, ivi č il Morosini. Invano viene scongiurato a ritirarsi, almeno sino a tanto che giungano i rinforzi che gią vedevansi avvicinare. Egli č sordo ad ogni preghiera, ad ogni consiglio. Alla buona nuova recatagli, rianima i suoi, che fanno prodigii di valore. Pure nulla vha che resister possa al destino; un colpo di moschetto lo distende a terra morto. La vista di sģ illustre vittima, lungi dallavvilire i soldati, risveglia in tutti la pił ardente brama di vendetta; il combattimento divien pił accanito che mai. I Turchi sul bordo fanno giuocar da ogni parte le loro affilate sciable; ed i nostri tuttavia li rispingono, e ne fanno un orribile macello; intanto lartiglieria prosegue sempre il suo fuoco infernale; essa slancia via la testa del capitan Bassą, e di varii altri capi; abbrucia una galera, ne getta a fondo due; le altre, perforate da ogni parte, sono nella massima confusione. Giungono finalmente le quattro galere venete, che si erano vedute da lungi; liberano il vascello del Morosini, e fanno prigionieri tutti que cherano ancor vivi. Il nemico ad altro ormai pił non pensa, che ad allontanarsi precipitosamente, e tenta, col mezzo de rimurchi, di strascinar il rimasuglio delle galere a Negroponte; m
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